Angolo Opinioni
Ottaviano: gli alunni del Liceo “A. Diaz” cercano il “genius loci” nelle ville storiche e nell’arte
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01 Dic 2019
- Scritto da R.C.
Per il PON “Nullus locus sine genio” gli alunni hanno partecipato a quattro progetti, due dedicati alla “vita in villa”, uno al “filosofare passeggiando”, uno all’arte del restauro, che nelle chiese di Ottaviano ha dato risultati di notevole livello, grazie a Umberto Maggio, l’esperto del progetto. Referente del PON la prof.ssa Vittoria Criscione, Valutatrice la prof.ssa Rita del Giudice.
R.C. – 5.11.2019 - Gli alunni che hanno partecipato al progetto “Vivebamus in villa”, tutor la prof.ssa Anna Saviano, esperto la prof.ssa Rosa Cianciulli, hanno “viaggiato”, grazie alle due guide d’eccezione, nella storia delle antiche ville vesuviane, in quelle destinate alla produzione di vino, di olio, di ortaggi, e in quelle riservate all’”otium” delle famiglie importanti di Pompei, di “Stabiae”, della stessa Nola.
Il viaggio nella storia ha avuto il sostegno della visita alla pompeiana “Villa dei Misteri”, in cui sono ancora evidenti i “segni” della vita quotidiana, delle tecniche di costruzione, e della capacità degli artisti di sublimare negli affreschi modi, idee e sentimenti della cultura religiosa e anche l’orgoglio dei committenti per il ruolo svolto nel sistema sociale. E’ la doppia funzione, di ricchezza concreta e di immagine del prestigio, affidata dai proprietari ai gioielli e dagli argenti trovati nelle “ville rustiche” di Terzigno.
Ma la storia della “villa” si sviluppa lungo tutta la storia di Napoli: a partire dai primi anni del ‘700 tutte le grandi famiglie napoletane hanno “villa” nel territorio vesuviano, e i loro architetti fanno in modo che il “luogo” risponda a due modelli: le “ville” da “riposo” lungo la costa, le ville del “Miglio d’oro”, le “ville” per la produzione agricola (e per l’allevamento dei cavalli) nel Vesuviano interno, tra Madonna dell’ Arco e Somma, soprattutto.
Un modello particolare è rappresentato dalla “villa” dei Figliola, tra Pollena e San Sebastiano, e dalla villa che Luca Vecchione disegnò per i Bifulco, a Terzigno: l’una e l’altra destinate sia alla produzione agricola che ai piaceri del tempo libero.
Questo tema complesso è stato affrontato dagli alunni del progetto “L’arte del tempo libero in villa: raccontiamo Napoli”. E infatti una parte importante dell’attività si è svolta all’interno di un “luogo” magico di Napoli, il Parco della Floridiana e il Museo “Duca di Martina”, un “luogo” di cui è direttrice l’esperto del progetto, la dott.ssa Luisa Ambrosio, coadiuvata da un “tutor” di prestigio, la prof.ssa Claudia Molinari.
Il tema del viaggio è stato al centro anche del progetto “Conosci te stesso: passeggiamo filosofando”, che gli alunni hanno sviluppato sotto la guida del tutor, prof. Antonio Acconcia e dell’”esperto”, dott. Paolo Chiarolanza.
Splendida è stata veramente l’idea del progetto, “RestaurArt”, affidato al tutor prof.ssa Sofia De Rosa, figura storica del Liceo “A. Diaz”, e a un esperto di livello altissimo, Umberto Maggio, restauratore, “eccellenza” del settore, che esercita la sua arte in tutta Italia. Quella del restauro è contemporaneamente tecnica, arte e conoscenza dettagliata della storia dell’arte: Umberto Maggio non è solo padrone assoluto della tecnica, ma ha un finissimo senso estetico, e una calibrata percezione delle botteghe, dei maestri e degli allievi di quello sterminato “spazio” che è l’arte napoletana tra il ‘400 e l’’800.
Coadiuvato da Christian Mazzarino, nel ruolo di “figura aggiuntiva”, Umberto Maggio ha guidato gli alunni lungo i ripidi e affascinanti “sentieri” del progetto: la tipologia delle opere d’arte, le tecniche di esecuzione, i danni e le cause del degrado di un’opera, gli interventi di restauro.
Nella Chiesa di San Michele e nella Chiesa della Congrega “Santa Maria Visitapoveri” Umberto Maggio ha parlato ai ragazzi degli interventi di restauro integrale e di semplice consolidamento a cui sono stati sottoposti quadri e affreschi. Ma la teoria è stata accompagnata dalla pratica: nello studio del restauratore i ragazzi hanno eseguito saggi di pulitura. E mi pare che questo sia un “sistema” di attività culturale che merita di entrare definitivamente nei programmi e nei metodi delle nostre scuole.
Referente del “PON” è stata la prof.ssa Vittoria Criscione, mentre il compito di “valutatore” è stato affidato alla prof.ssa Rita Del Giudice, che hanno svolto la loro mansione con professionalità, con una disponibilità e una saggezza che meritano l’applauso, e che corrispondono ai valori della tradizione culturale del Liceo “A. Diaz”.
Gli studenti e la città si augurano che l’esperimento si ripeta, perché molti sono i “luoghi” di Ottaviano e del Vesuviano il cui “genius” aspetta di essere scoperto, “liberato” e studiato.
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